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Luigi Mangiagalli, medico e sindaco di Milano

di Antonella Olivieri

«Non ci sarà più l’ingenuo il quale possa supporre che in un grande Comune l’opera amministrativa  possa separarsi da quella politica.»

La frase di Luigi Mangiagalli aiuta bene a capire la complessità della sua figura e gli aspetti più controversi del suo operato, vale a dire l’intreccio tra la professione di medico e l’attività di politico nazionale e milanese.

Quale delle due identità possiamo considerare prevalente nella figura di Luigi Mangiagalli di cui esaminiamo il ruolo nell’allargamento del territorio comunale agli 11 comuni del circondario?

Usò il suo prestigio di medico per costruire la sua carriera politica o usò la sua partecipazione alla politica (in posizioni vincenti) per raggiungere i suoi obiettivi in ambito medico?

Sicuramente dobbiamo riconoscere a Mangiagalli di aver preso estremamente sul serio entrambe le dimensioni della sua vita pubblica, quella medica e quella politica.




Luigi Mangiagalli (Mortara, 16 giugno 1850 – Milano, 3 luglio 1928)


Inoltre, occorre ammettere che abbia avuto un’incredibile energia e una capacità di lavoro fuori dal comune. Egli univa alle competenze cliniche, l’abilità di negoziazione, la capacità progettuale, la padronanza di diverse lingue straniere che gli permisero di costruire progetti, sia come sindaco, sia come clinico, conformi alle esperienze europee.

Deputato del Regno d’Italia per lo schieramento democratico nel IV collegio di Milano e poi Senatore del Regno d’Italia, rimase attivo nel Parlamento dal 4 marzo 1922 al 3 luglio 1928.

Intreccio tra la professione di medico e gli impegni politici e amministrativi

Dopo essere stato Docente di ostetricia e ginecologia nelle Università di Sassari, Catania e Pavia, nel 1888 lasciò la cattedra di Pavia e si trasferì a Milano come Direttore della Maternità di Santa Caterina alla Ruota, che salvò dal fallimento e dalla chiusura, mostrando grandi abilità nel convincere Provincia e Comune a rinnovare i contributi pubblici e alcuni benefattori privati a partecipare al finanziamento. La Maternità di Santa Caterina divenne quindi il Comparto Ginecologico dell’Ospedale Maggiore di Milano, con compiti di formazione di medici e levatrici.

Nei primi anni del ‘900 fu l’ideatore e il costruttore degli Istituti Clinici di Perfezionamento, pensati per la formazione dei medici sul piano pratico, in una prospettiva che esplicitamente si richiama a Cattaneo.

Gli ICP, inaugurati tra il 1906 e il 1910, erano costituiti dalla Clinica del lavoro e dalla Clinica ostetrico ginecologica a cui si aggiungerà la Clinica pediatrica Emilio De Marchi finanziata da Adelina de Marchi nel 1909 e inaugurata nel 1915. La Clinica Ostetrico ginecologica, in particolare, si distingueva per il progetto edilizio e le dotazioni di laboratori e strumenti all’avanguardia.







La facciata originale dell’Istituto ostetrico-ginecologico prima dell’inaugurazione (1906). Durante la Prima Guerra Mondiale la clinica fu adibita a ospedale militare

Mangiagalli usò certamente il suo ruolo di parlamentare per raggiungere questo obiettivo, in quanto era diventato deputato per lo schieramento radicale-democratico nel 1902.

Gli ICP  Furono inizialmente accorpati all’Università di Pavia e per un breve periodo, dal 1921 al 1923, Mangiagalli, agli inizi del suo mandato di sindaco, pensò alla creazione di un grande centro di studi medici a due teste: Milano e Pavia, decaduto poi per la non disponibilità di Pavia.

Quando divenne sindaco di Milano nel dicembre 1922 avviò molti progetti per lo sviluppo urbanistico, culturale, sociale e sanitario della città.

L’allargamento del territorio comunale ad undici comuni limitrofi rese necessari interventi sulla rete dei trasporti urbani e ferroviari, sull’edilizia scolastica, sulla rete idrica e fognaria, sui mercati rionali, sul personale e sugli uffici amministrativi, sui servizi d’igiene pubblica e prevenzione della TBC, sui cimiteri. Mangiagalli si propose di intervenire sul problema degli alloggi popolari. Dal punto di vista urbanistico, nel definire il Piano Regolatore, si propose di promuovere il passaggio da una città monocentrica a una città policentrica, favorendo la creazione di centri operativi periferici, tra cui Città Studi, esplicitamente destinata alla creazione di un polo universitario sul modello dei campus americani. Per collegare i centri operativi pianificò la creazione di una rete trasversale tranviaria e di autobus in modo da alleggerire il centro storico di cui avviò una profonda ristrutturazione che avrebbe compreso anche la Copertura dei Navigli interni, realizzata poi dal 1928. A questo proposito riprese il progetto di Metropolitana che già era stato di Filippetti.

Si impegnò molto anche sul piano culturale: nella sua Giunta si deliberò nel 1923 l’acquisizione della raccolta Bertarelli. Collaborò con il Rotary, di cui fu presidente nel 1924, con il Circolo filologico, di cui era stato presidente nel 1901 e nel 1902.

Tra i suoi obiettivi, il più importante fu la fondazione, nel solco della Riforma Gentile del 1923, dell’Università di Milano (1924) di cui fu il primo rettore. L’università era articolata in quattro facoltà: Medicina, obiettivo certamente prioritario del Mangiagalli medico, Lettere e filosofia, Matematica e Scienze, Giurisprudenza. All’Università, destinò un lascito di 1 milione di Lire.

Un secondo obiettivo fu la costruzione di un Istituto specializzato nella cura dei tumori, di cui avviò l’edificazione nel 1925. Mangiagalli ne vide l’inaugurazione il 12 aprile 1928, ma ebbe scarso ruolo clinico nella sua conduzione, poiché morì poco più di due mesi dopo.

Una questione spinosa: Mangiagalli e il fascismo

Il primo approccio ufficiale alla politica nazionale di Mangiagalli avviene quando è eletto Deputato alla Camera nel IV collegio milanese (1902-1904) per uno schieramento radicale-democratico con un programma di stampo interclassista: unire borghesia e popolo; sostituire il monopolio privato nei pubblici servizi; sostenere la necessità di una legislazione sociale che tuteli il lavoro, che impedisca che la vita e la salute del lavoratore siano insidiate da quel lavoro stesso che accresce la ricchezza nazionale; ripudiare la politica coloniale conquistatrice (“ è una follia”).

Sconfitto nel 1904 alle elezioni per la Camera dal candidato cattolico, viene risarcito dal re Vittorio Emanuele III con la nomina a senatore (1905-1928). Si approfondisce via via il suo avvicinamento alle posizioni della Destra, già avviato con l’impegno nazionalista durante la Grande Guerra e la Questione fiumana.

Diventa Sindaco nel dicembre 1922 con uno schieramento di coalizione che comprende liberali (15), popolari (8), nazionalisti (4) e fascisti (23). Mangiagalli si dichiara filofascista: il fascismo è certamente il referente indispensabile per realizzare i suoi progetti di medico.

Il suo rapporto con il fascismo non è però lineare: nell’ultimo anno di consiliatura (1926) da più parti nello schieramento fascista stesso si invitano gli assessori fascisti a dimettersi per far cadere la Giunta e favorire l’invio di un commissario regio più affidabile. Mangiagalli è l’ultimo sindaco di Milano prima del Ventennio, il suo successore sarà, infatti, il podestà Ernesto Belloni.

Il 21 giugno 1926,nel corso di una cerimonia, viene consegnata la tessera fascista a Mangiagalli a Palazzo Marino, ma più che un arruolamento pare piuttosto un benservito. Infatti, nonostante gli auspici da più parti espressi, non gli viene prorogato l’incarico di rettore dell’Università, al compimento del settantesimo compleanno, per esplicita decisione di Mussolini. Mangiagalli decade, come rettore, il 15 ottobre 1926, manifesta l’intenzione di presiedere comunque la seduta del 30 ottobre, ma il governo universitario fascista lo invita ad astenersi, visto che sono stati esclusi dieci insegnanti non abbastanza allineati.

Bibliografia minima

Cosmacini Giorgio, Medicina e sanità in Italia nel ventesimo secolo, dalla Spagnola alla 2^ Guerra mondiale, Editori Laterza, 1989

Mangiagalli Luigi, Quattro anni al Comune di Milano. 1922-1926, Soc.tip. It. grandi edizioni, Milano 1926

Milano scientifica 1875-1924, a cura di Elena Canadelli e Paola Zocchi, La rete del perfezionamento medico –  VOLUME 2 – SIRONI editore 2008

Pilotto Pietro, Storia dell’ostetricia-ginecologica dagli annali (III parte 1926-28) e morte di Mangiagalli (1928): il Comune e gli Istituti Clinici di perfezionamento fino all’Universita Statale 1902-1924) e oltre : la stampa 1918-22 e la Giunta Mangiagalli 1922-26,(3°vol.) Vaprio d’Adda BAMA, 2008

Pietro Pilotto, Mangiagalli nella storia di Milano, Pavia, Sassari, Catania, Mortara : vita e opere (1850-1928) Vaprio d’Adda : BAMA, 2008

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Nota Bene: L’articolo riprende l’intervento di Antonella Olivieri nel corso dell’incontro del 7 novembre 2022 svoltosi presso il Museo del Risorgimento di Milano. “Tessere le storie di Milano – Milano 1923-2023: dai Borghi alle Periferie”, incontro di apertura della IX edizione di Milanosifastoria

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4 dicembre 2022