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Ambiente e clima nel curricolo di Storia

Di Cristina Cocilovo

Nel 2020, la Scuola estiva di Arcevia di Clio’92  aveva per titolo Insegnare meno per insegnare meglio la storia, con lo scopo di focalizzare i concetti fondanti ineludibili su cui si innesta la comprensione storica.

Il tema dell’ambiente e del suo rapporto con il clima è stato uno di questi.

È possibile seguire la presentazione completa della relazione sul canale Youtube dell’Associazione Clio’92, Appunti di Storia.

Le numerose civiltà umane sono state condizionate in modo sostanziale dagli aspetti morfologici, geologici e climatici dell’ambientein cui risiedevano,  che in una continua interazione  hanno a loro volta contribuito a modellare per rispondere ai propri bisogni. A sostegno di questa ipotesi è significativa la imponente ricerca interdisciplinarenon solo di storici e geografi, ma anche di scienziati, chimici, biologi , geologi e altri che in modo sempre più raffinato ci permettono di ricostruire il passato del nostro pianeta e dell’umanità che lo ha colonizzato. Il primo fra gli storici ad interessarsi all’ambiente  fu Marc Bloch nei lontani anni ’30 del Novecento, ma poi altri sono seguiti dal nostro Emilio Sereni a Emmanuel Le Roy Ladurie a Wolgang Behringer e François Delort, che è anche biologo e a Brian Fagan, che è anche antropologo.

È inevitabile affrontare il tema in modo interdisciplinare, con riferimenti alla geo-storia e ad altre scienze, assumendo una triplice valenza eco-geo-storica, da consigliare e valorizzare all’interno di un curricolo di storia.

La riflessione profonda ed anche etica, implicita nella relazione, mette in discussione la visione di potenza  del genere umano, che, nella sua pervicace tensione a sottomettere la natura ai propri bisogni, sta generando tali squilibri ambientali da mettere in pericolo se stesso. Infatti, se l’ambiente come naturalmente accade si evolverà alla ricerca di un nuovo equilibrio non è detto che questo comprenda la presenza umana. È indispensabile quindi accettare l’idea che l’uomo sia uno degli infiniti esseri animati e inanimati presenti sul pianeta con i quali deve convivere  accettando i propri limiti. Il progresso tecnico – scientifico millenario che ha consentito di raggiungere gli attuali livelli di benessere, sono l’altra faccia della medaglia del saccheggio del pianeta. Solo un uso intelligente della tecnologia e della scienza può prospettarci un futuro sostenibile, libero da catastrofi, perché è l’uomo ad aver bisogno del pianeta, non il contrario.

Per questo motivo, una riflessione sulla didattica della storia deve prevedere che il concetto di ambiente attraversi tutto il curricolo verticale di storia ma anche di altre discipline, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria, per sollecitare una sensibilità sempre più consapevole negli studenti verso i problemi ambientali.

La relazione segue il percorso presente – passato – presente ed è distinta in tre sezioni che sarebbe ideale seguire in sequenza, ma possono anche essere gestite autonomamente: nella prima  si esaminano gli aspetti problematici attuali; nella seconda  si ricostruisce la storia generale dal punto di vista dei cambiamenti climatici e ambientali, descrivendo come le diverse civiltà si siano sviluppate oppure siano decadute anche per effetto delle modifiche climatiche; nella terza ci avviciniamo con una zoomata all’ambiente agricolo europeo, per mettere in evidenza le trasformazioni che a partire dall’anno mille l’hanno definitivamente connotato, almeno fino al XVIII – XIX secolo, quando è intervenuta l’agricoltura intensiva di oggi che ha cambiato il volto delle campagne.

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14 maggio 2021